Presentazione - Pagina 4 - Associazione Sicut Lilium

Presentazione
 
Il Tardo Rinascimento, con T.L. de Victoria, accanto al Contemporaneo, con A. Baudino.
 
joomplu:31L’accostamento trae un primo spunto dalla concezione stessa di “Drere II” di A. Baudino, derivante da materiale antico, riutilizzato tramite tecniche contrappuntistiche comuni ai Responsori del De Victoria ed al suo periodo storico; materiale sonoro reso qui con un gusto ed un’estetica tipicamente contemporanei.
Il legame di “Drere II” con l’Antico è esplicito e consapevole nella composizione di A. Baudino, giovane violinista, compositore e didatta cuneese:
 
«Il titolo DRERE indica un percorso, un cammino trasognato lungo colli, crinali, boschi, tra sagre di paese del fondovalle e silenzi di alta montagna. Non propriamente una meta, drere è il sentiero, la traccia che l’animale lascia al suo passaggio verso monte, tra bassa erba, terra e roccia.
(...) L’idea di traccia va qui intesa metaforicamente come idea di partenza per un percorso poetico e matematico al tempo stesso, comunicativo ed ermetico, onirico e ponderato. (...)
Ogni brano è articolato su una vera e propria serie numerica di suoni di ogni tipo di derivazione (dal canto popolare al canto sacro e liturgico del ’500). (...)
Nello specifico di DRERE II per clarinetto solo, il materiale elaborato proviene dal repertorio di Carlo Gesualdo da Venosa. Il brano è suddiviso in 3 parti: “Chanto”, un canto alpino-provenzale con sprazzi di madrigale lontano a più voci; “Nel mezzo”, una breve fantasia con funzione di intermezzo; “RaG-suald”, un rag-time che rivisita armonie di Gesualdo. (...)».
 
Determinante nella decisione di questo accostamento è stato l’esito sonoro dei tre brani per clarinetto solo, un “cammino trasognato” in cui sembrano stratificarsi riferimenti a luoghi remoti, tempi eterni; linee sonore, come una “traccia” tra “terra e roccia” che sembrano alternare voci differenti, pur nell’unica possibilità sonora dello strumento solista.
Il risultato emotivo che ne deriva risulta affine al clima sonoro di sospensione del tempo, alterità e riflessione che i “Responsori della Settimana Santa” di T. L. de Victoria producono nell’ascoltatore odierno.

In ultimo: l’equilibrio.
La capacità innovativa di De Victoria gli ha permesso di raggiungere, specialmente in questi responsori, un mirabile equilibrio tra “verticalità” armonica e contrappunto orizzontale melodico.
“Drere II” di A. Baudino, pur utilizzando simili strumenti tecnico-compositivi di contrappunto e analoghi fondamenti armonici e formali, in un gioco di rimandi ed equilibri, spinge “oltre” il limite di tali equilibri e raggiunge esiti ben più “estremi” o, per così dire, “squilibrati”.
Questo dialogo sonoro sull’equilibrio, intorno al suo punto di rottura, è qui funzionale ad amplificare ed esprimere i temi del dolore, dello strazio, della tragedia, verbalizzati negli antichi testi dei “Responsori delle Tenebre” grazie al mirabile intreccio polifonico-armonico dell’ineguagliato compositore iberico.
 

 

Attorno a questo percorso musicale stanno due brani emblematici da un lato del genio del maestro spagnolo e dall’altro dei migliori esiti della polifonia vocale barocca: un salmo in doppio coro di T.L. de Victoria ed il Crucifixus a 8 voci di A. Lotti. Il celebre Crucifixus di Lotti, tratto dal Credo in Fa, fu probabilmente composto nel periodo veneziano, prima del 1717; è qui apertura drammatica e solenne al percorso penitenziale tratteggiato dai responsori. Il salmo Ecce nunc benedicite Dominum, esemplificativo delle spesso sottovalutate innovazioni che De Victoria portò anche con l’uso del doppio coro, è posto qui in conclusione, come sigillo benedicente.

 

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Scelte esecutive

Nell’accostarsi a musica così distante nel tempo, il gruppo semi-professionale Ensemble del Giglio, memore della lezione filologica, cerca di rendere lo spirito e le intenzioni del compositore.

A questo tende la scelta di affidare la parte dell’Altus a voci miste, per fondere la brillantezza delle voci maschili e la morbidezza del timbro femminile in quel registro, in un impasto armonico.

Pur conoscendo le ragioni contra, abbiamo scelto di trasporre i responsori “Tenebræ factæ sunt” e “Æstimatus sum” all’ottava grave, per voci maschili, valutando in questo caso più cogenti le ragioni pro, che conferiscono varietà e consentono di amplificare con la scelta timbrica la gravità del testo.


 

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