LAMENTATIO
e "Drere II" per clarinetto solo di A. Baudino
01 - Crucifixus a 8 voci - Antonio Lotti (1667-1740)
02 - Drere II (2007), «Chanto», per clarinetto solo - Andrea Baudino (*1979)
03 - Amicus meus - Tenebræ Responsories n°1, Tomás Luis de Victoria (1548-1611)
04 - Iudas mercator pessimus - TR n°2, T.L. de Victoria
05 - Unus ex discipulis meis - TR n°3, T.L. de Victoria
06 - Eram quasi agnus innocens - TR n°4, T.L. de Victoria
07 - Drere II (2007), «Nel Mezzo», per clarinetto solo – A. Baudino
08 - Tamquam ad latronem - TR n°7, T.L. de Victoria
09 - Tenebræ factæ sunt - TR n°8, T.L. de Victoria
10 - Iesum tradidit impius - TR n°11, T.L. de Victoria
11 - Caligaverunt oculi mei - TR n°12, T.L. de Victoria
12 - O vos omnes - TR n°14, T.L. de Victoria
13 - Drere II (2007), «RaG - suald», per clarinetto solo – A. Baudino
14 - Ecce quomodo moritur iustus - TR n°15, T.L. de Victoria
15 - Astiterunt reges terræ - TR n°16, T.L. de Victoria
16 - Æstimatus sum - TR n°17, T.L. de Victoria
17 - Sepulto Domino - TR n°18, T.L. de Victoria
18 - Ecce nunc benedicite Dominum, Salmo 133 (1600) - T.L. de Victoria
Lamentatio
Recorded at “Chiesa di S. Teresa” (“Chiesa delle Teresiane”) in the “Istituto Santa Teresa” (“Le Teresiane”) in Mondovì (CN)
on 1 and 2 November 2014
Miking and recording by Alberto Compagnone
Musical supervision by Elena Basso
Digital editing, mastering, texts and translations by Livio Cavallo
English text revision by Phillip Peterson
Ensemble del Giglio
directed by Livio Cavallo
Soprani: Sveva Martin, Eleonora Briatore, Laura Dho
Contralti: Claudia Cucchi, Clara Giordano, Fabrizio Nasali
Tenori: Livio Cavallo, Massimiliano Mantovan, Phillip Peterson
Bassi: Manuel Frontera, Silvestro Roatta
Clarinetto: Luca Cerelli
"...Questo disco è frutto dell'eccellente lavoro interpretativo dell'Ensemble del Giglio (che si dedica con buoni risultati all'esecuzione di musica antica come di opere contemporanee) condotto con scrupolosità filologica ed espressiva da Livio Cavallo.
Lamentatio è il titolo che definisce le composizioni di De Victoria qui registrate. Opere che manifestano compiutamente il senso di dolore insito nell'opera religiosa del compositore spagnolo. Felice la scelta, un po' sorprendente, di Cavallo di contaminare l'austerità sonora di Victoria con inserti clarinettistici moderni del giovane compositore cuneese Andrea Baudino, che danno all'intera incisione discografica un'aura ancora più misteriosa."
Antonio Brena, Amadeus
direttore d'orchestra, compositore e pianista
... "la selezione e la scelta iniziale del Crucifixus a 8 voci con quella straordinaria del finale a doppio coro del Salmo 133, brano di una bellezza infinita.
Come a voler dire, un monumento sorretto da due colonne, un equilibrio anche strutturale che ha dato senso compiuto a tutto il progetto. All’interno, il tema del dolore e della morte rappresentato efficacemente da una vocalità sobria, dinamica e sempre coesa. Una voce sola fatta di tante anime. E anche buona l’intuizione del trasporto e della fusione timbrica dell’Altus.
Bella l’idea di inserire la voce sola del clarinetto, come presenza raggiante di una luce che penetra e si insinua con i suoi colori attraverso le vetrate di una basilica [...] si evince il grande lavoro nell’uso e nella rielaborazione dei materiali da parte del compositore.
Le 8 voci delle partiture più complesse sono eseguite con grande equilibrio e l’insieme sonoro è perfetto.
[...] Anche la realizzazione dell'oggetto CD, libretto e grafica compresi, è di ottimo livello e molto elegante, piuttosto rara direi, di questi tempi."
Sergio Sentinelli, 5 gennaio 2017
compositore
Il disco "Lamentatio" su Radio3-RAI: "Primo Movimento" del 1 giugno 2017.
Ascolta un estratto della trasmissione:
Guido Zaccagnini, 6 giugno 2017
musicologo, conduttore radiofonico, docente di Storia della Musica al Conservatorio "S. Cecilia" di Roma
Al termine della Presentazione del cd presso il Salone d'Onore del Municipio di Cuneo, il 4 febbraio 2017, un commento di Bartolomeo Gallizio
..."mi sento confortato nel vedere che, in un paese per tanti aspetti e soprattutto culturalmente così desolante, ci siano delle nuove realtà di così alto livello che tenacemente seminano bellezza e organizzano eventi culturali impegnativi come questo, intorno ad un repertorio inusuale e non facile, ottenendone una così ampia partecipazione di pubblico. Segno che forse qualcosa nella società reale si sta muovendo”.
Bartolomeo Gallizio, 4 febbraio 2017
docente di Organo e Composizione Organistica al Conservatorio "G. F. Ghedini" di Cuneo
da Audiophile Sound 160, giugno 2017
Giudizio artistico: OTTIMO-ECCEZIONALE
La peculiarità di questa registrazione risiede nel fatto che oltre alla Lamentatio di Tomás de Victoria sono presenti anche tre pezzi per clarinetto solo di un giovane compositore contemporaneo, Andrea Baudino, riuniti sotto il titolo di Drere II e che scaturiscono da cellule tematiche contrappuntistiche dello stesso de Victoria e di altri musicisti della sua epoca. Un incontro-dialogo tra un remoto passato e il presente più attuale che nel fluire delle istanze armoniche trova una sua ragion d’essere, un distacco che è sempre, in nome della musica, un ritorno in cui le barriere del tempo vengono annullate dal mistero del suono. “Drere”, nel dialetto piemontese, sono i sentieri che attraversano e solcano le colline e le valli ricoperte di vigneti di quella regione e simbolicamente, come ricorda lo stesso Baudino, vuole essere lo strumento di contatto della sua musica con quella della grande tradizione del passato. In effetti, tra i brani per solo clarinetto e la ieratica eloquenza della composizione sacra del musicista spagnolo si viene a creare un profondo legame in cui gli uni riecheggiano negli altri, dando luogo a evocazioni timbrici di indubbio fascino, corroborate dall’ottima esecuzione dell’Ensemble del Giglio e dal clarinettista Luca Cerelli.
Andrea Bedetti
Giudizio tecnico: OTTIMO-ECCEZIONALE
Il merito va anche dato anche ad Alberto Compagnone che ha fissato molto bene il suono, restituendo la magia dello spazio sonoro del luogo, con un riverbero mai esagerato e con un equilibrio tonale e un dettaglio che denotano una grande pulizia.
Andrea Bedetti
Radio Classica, "Stravaganze Barocche" del 28 luglio 2017
L’effetto è alquanto straniante, ma sicuramente altamente suggestivo, ed è il risultato di uno spunto creativo che si trasforma in una vera e propria sfida alle leggi di gravità della storia della musica: inframezzare le antiche polifonie “a cappella” dei Responsori della Settimana Santa di Tomás Luis de Victoria (ca. 1548-1611) con le ardite melodie contemporanee del compositore Andrea Baudino (classe 1979) affidate al solo clarinetto. [...] Presenta dunque diversi piani di lettura il disco intitolato Lamentatio [...] E pare di accompagnarlo passo dopo passo il Redentore lungo le tappe del Calvario, da quando si abbandona al sacrificio (Eram quasi agnus innocens) fino al momento della Crocifissione nella più cupa oscurità (Tenebrae factae sunt) o ancora davanti alla porta del sepolcro (Sepolto Domino), assistendo a ogni singola stazione di una Passione che coinvolge lo spettatore sino alle lacrime (Caligaverunt oculi mei). E la musica sublime di Victoria ci apre gli occhi insieme al cuore.
Andrea Milanesi, Avvenire.it
9 marzo 2018
Il disco, pubblicato dalla "Da Vinci Edition", propone da una lato una selezione dei "Responsori delle Tenebre" di Tomás Luis de Victoria (1548-1611), geniale musicista del Rinascimento, illustre esponente della contro-riforma musicale spagnola, dall'altro i brani contemporanei per clarinetto solo di Andrea Baudino (*1979), "Drere II".
Incontri di presentazione:
- Mondovì (CN), chiesa delle Teresiane, 9 dicembre 2016 - Evento FaceBook
- Cuneo, Salone d'Onore del Municipio, 4 febbraio 2017 - Evento FaceBook
Il legame di “Drere II” con l’Antico è esplicito e consapevole nella composizione di A. Baudino, giovane violinista, compositore e didatta cuneese:
(...) L’idea di traccia va qui intesa metaforicamente come idea di partenza per un percorso poetico e matematico al tempo stesso, comunicativo ed ermetico, onirico e ponderato. (...)
Ogni brano è articolato su una vera e propria serie numerica di suoni di ogni tipo di derivazione (dal canto popolare al canto sacro e liturgico del ’500). (...)
Nello specifico di DRERE II per clarinetto solo, il materiale elaborato proviene dal repertorio di Carlo Gesualdo da Venosa. Il brano è suddiviso in 3 parti: “Chanto”, un canto alpino-provenzale con sprazzi di madrigale lontano a più voci; “Nel mezzo”, una breve fantasia con funzione di intermezzo; “RaG-suald”, un rag-time che rivisita armonie di Gesualdo. (...)».
In ultimo: l’equilibrio.
La capacità innovativa di De Victoria gli ha permesso di raggiungere, specialmente in questi responsori, un mirabile equilibrio tra “verticalità” armonica e contrappunto orizzontale melodico.
“Drere II” di A. Baudino, pur utilizzando simili strumenti tecnico-compositivi di contrappunto e analoghi fondamenti armonici e formali, in un gioco di rimandi ed equilibri, spinge “oltre” il limite di tali equilibri e raggiunge esiti ben più “estremi” o, per così dire, “squilibrati”.
Questo dialogo sonoro sull’equilibrio, intorno al suo punto di rottura, è qui funzionale ad amplificare ed esprimere i temi del dolore, dello strazio, della tragedia, verbalizzati negli antichi testi dei “Responsori delle Tenebre” grazie al mirabile intreccio polifonico-armonico dell’ineguagliato compositore iberico.
Attorno a questo percorso musicale stanno due brani emblematici da un lato del genio del maestro spagnolo e dall’altro dei migliori esiti della polifonia vocale barocca: un salmo in doppio coro di T.L. de Victoria ed il Crucifixus a 8 voci di A. Lotti. Il celebre Crucifixus di Lotti, tratto dal Credo in Fa, fu probabilmente composto nel periodo veneziano, prima del 1717; è qui apertura drammatica e solenne al percorso penitenziale tratteggiato dai responsori. Il salmo Ecce nunc benedicite Dominum, esemplificativo delle spesso sottovalutate innovazioni che De Victoria portò anche con l’uso del doppio coro, è posto qui in conclusione, come sigillo benedicente.
Scelte esecutive
Nell’accostarsi a musica così distante nel tempo, il gruppo semi-professionale Ensemble del Giglio, memore della lezione filologica, cerca di rendere lo spirito e le intenzioni del compositore.
A questo tende la scelta di affidare la parte dell’Altus a voci miste, per fondere la brillantezza delle voci maschili e la morbidezza del timbro femminile in quel registro, in un impasto armonico.
Pur conoscendo le ragioni contra, abbiamo scelto di trasporre i responsori “Tenebræ factæ sunt” e “Æstimatus sum” all’ottava grave, per voci maschili, valutando in questo caso più cogenti le ragioni pro, che conferiscono varietà e consentono di amplificare con la scelta timbrica la gravità del testo.
Responsori delle tenebre
La Settimana Santa nella contro-riforma
La Liturgia della Chiesa Cattolica d’Occidente, formatasi nel corso della sua storia millenaria in un lento ed elaborato processo, è suddivisa in due grandi ambiti: il primo è quello della Liturgia Eucaristica, la Messa; il secondo ambito è la Liturgia delle Ore, anche detto Ufficio Divino, costituito dall’insieme delle preghiere previste per i vari momenti della giornata, le Ore, raccolte nel Breviario Romano.
Uno di questi momenti era l’Ora del Mattutino: si recitava subito dopo la mezzanotte per celebrare l’ora in cui nacque il Cristo; era suddiviso in tre Notturni, ciascuno composto da tre Salmi, tre Lezioni (letture tratte dalla Bibbia o da scritti dei Padri della Chiesa) e tre Responsori, ove il numero tre è chiaramente simbolo delle tre persone della S.S. Trinità.
L’Ufficio delle Tenebre (Officium Tenebrarum) era il solenne Mattutino previsto per il Triduo Sacro (Giovedì, Venerdì e Sabato Santo). La celebrazione veniva detta «delle Tenebre», data l’ora di recitazione, ma anche in relazione alle Tenebre che scesero sulla terra alla morte di Cristo, ed in riferimento all’oscurità della morte, rievocando così l’immagine della Chiesa che brancola nel buio senza il suo Dio. La chiesa, spoglia e disadorna, comunicava un profondo senso di mestizia.
I Responsori, cantati dopo la lettura, riprendevano il testo delle letture rielaborandolo in forma libera e lirica. E’ il momento più intenso dell’orazione: l’elemento poetico e musicale si fondono, conducendo il fedele a far proprio il testo, a viverlo e meditarlo. I versetti (V) sono brevi, semplici ed efficaci, e la repetenda (R)che segue facilita la memorizzazione della formula.
Durante l’Ufficio delle Tenebre la Chiesa era avvolta dalla penombra. A sinistra dell’altare stava un candelabro a forma di triangolo, con 15 candele, 7 per lato e una al vertice, che rappresentavano gli 11 apostoli fedeli, le tre Marie e Gesù (la candela al centro, più alta). Per ogni salmo cantato si spegneva una candela, l’ultima non veniva spenta ma nascosta dietro l’altare a simboleggiare la sepoltura di Nostro Signore, che non estingue la speranza. Si spegnevano i lumi piangendo la morte della vera Luce.
Al termine della cerimonia il Liber Usualis (testo di canto gregoriano in uso prima del Concilio Vaticano II) prescriveva: «Ci sia un poco di fragore e strepito» (Sit fragor et strepitus aliquantulum): tutti i presenti procuravano rumore battendo le mani o il breviario sui banchi, oppure utilizzando tradizionali strumenti in legno, a rievocare il fragore che scosse la terra quando Nostro Signore spirò. Dopodiché, nel silenzio, la candela rimasta accesa e nascosta dietro l’altare, veniva ricollocata sul candelabro e tutti si allontanavano.
Questa liturgia è a tutt’oggi celebrata in molte zone d’Italia, talvolta con alcune varianti nelle letture, nei salmi o negli arredi sacri (candelabri di sole 13 candele o con ceri posti sull’altare).
Tomás Luis de Victoria (1548-1611) fu il massimo compositore della Contro-Riforma in Spagna, compose esclusivamente musica sacra.
I suoi Responsori ci appaiono con la stessa intensità dei quadri del coevo Caravaggio e comunicano il dramma della passione e del tradimento con accenti vivi e reali; De Victoria vi esprime il tema del dolore in modo sublime, con piena partecipazione drammatica e l’espressività musicale viene chiaramente modulata in ragione dell’espressività del testo. L’ “Ufficio della Settimana Santa”, pubblicato a Roma nel 1585, è una delle sue composizione più ispirate, pur seguendo strettamente la pratica liturgica, per quel che riguarda la forma.
Per un compositore tardo rinascimentale come De Victoria, che pur non compose mai un Madrigale, la varietà della storia e la ricchezza dei dettagli narrativi dei Responsori offrono numerose opportunità di affrescare variamente le parole, così come di descrivere stati d’animo che variano dal tragico al contemplativo. Con grande efficacia De Victoria musica passaggi testuali intensi, ma sa altresì scrivere musica di grande ispirazione là dove il testo non fornisce facili appigli.
La forza dei responsori di De Victoria sta nell’equilibrio tra il testo e la musica; egli riesce così a magnificare il testo con un sapiente bilanciamento di armonia e frammenti melodici.
Questo linguaggio musicale, rispettoso del testo, inusuale prima del tardo Cinquecento, andò nuovamente perdendosi progressivamente nel Barocco ed è nuovamente divenuto un obiettivo per i compositori contemporanei.
Se l’idea di uno stile sobrio si è dimostrata attraente per molti compositori, esprimersi chiaramente richiede, anche in musica, completa lucidità su quanto si vuole comunicare.
De Victoria resta in questo un modello.